Arriva in Italia la Terapia a Seduta Singola (TSS), un approccio in grado di massimizzare l’efficacia di ogni singolo intervento psicologico
Devo confessarlo: ero scettico. Molto.
Prima di partecipare al primo workshop italiano sulla Terapia a Seduta Singola, tenuto dall’Italian Center of Single Session Therapy di Roma avevo alcune idee abbastanza radicate su cosa si potesse fare all’interno di una seduta di psicoterapia, di consulenza psicologica o di coaching.
Nonostante conoscessi di persona l’amico Flavio Cannistrà (uno dei soci organizzatori) e la sua competenza professionale, non immaginavo quanto mi dovessi ricredere sulla potenza di questo approccio, che si presenta con una promessa alquanto impegnativa: quella di massimizzare l’efficacia di ogni singola seduta che, molto di frequente, può essere anche l’unica in cui si incontrano il terapeuta e il suo cliente.
Innanzitutto colpiscono i dati (scientifici) analizzati intorno ai quali si è sviluppata la TSS tra cui, su tutti:
- il numero più frequente di sedute è 1: ciò significa che tra tutte i possibili numeri di incontri di una terapia (1, 2, 3, 4,…97…eccetera) la singola seduta è quella che avviene più spesso
- analizzando i clienti che spontaneamente si erano fermati alla prima e unica seduta, è stato scoperto che il motivo più frequente (per il 44% circa degli intervistati) era “perché stavano meglio” (o una frase analoga): in tutti questi casi non si trattava quindi di un “drop out” (cioè di un abbandono della terapia) ma del fatto che quel singolo incontro era stato più che soddisfacente per produrre un cambiamento percepito come rilevante e significativo
- ben il 50% delle persone sceglie la TSS, se gliela si propone
- in base all’obiettivo stabilito della terapia, che sia relativo a una o più sedute, la percentuale di successo dimostrata è praticamente identica (che, a seconda della ricerca, varia tra il 60% e l’80%)
Ma andiamo con ordine.
Cos’è la Terapia a Seduta Singola e come funziona?
La Terapia a Seduta Singola (abbreviata in TSS) è un approccio alla psicoterapia e alla consulenza psicologica presente nel mondo da circa trent’anni e con una vasta letteratura e ricerca scientifica alle spalle, anche se in Italia è ancora ben poco conosciuta e diffusa.
Nell’arco di questo tempo ha avuto modo di svilupparsi, diffondersi, trovare diverse validazioni, raffinarsi e differenziarsi in almeno 3 stili/scuole diversi: quello statunitense, quello canadese e quello australiano, tutti accomunati da alcuni principi in comune, tra i quali:
- un semplice ma potente mindset del terapeuta, in grado di ottimizzare ogni singolo incontro col cliente
- un insieme di abilità di supporto che guidano e supportano il processo
- un chiarissimo, nitido, quasi estremo mantenimento di un focus preciso per tutta la seduta
- un fortissimo orientamento centrato sulla persona e le sue risorse
Ma vediamo un po’ più da vicino cosa avviene all’interno di una Terapia a Seduta Singola
Come si svolge una sessione di TSS
Già fin dal primo momento di accoglienza e introduzione di una TSS si orienta e chiarifica la seduta in modo tale da ottimizzare l’incontro: viene ascoltato con una particolare attenzione il motivo dell’incontro e definito di conseguenza l’obiettivo concreto relativo su cui si lavorerà in seduta.
Dopodiché con un’intensa focalizzazione, ma senza fretta, si lavora sul punto deciso e preciso, evitando di disperdere le energie e il focus in altre direzioni, il tutto scandito da una struttura che aiuta a ottimizzare il tempo dell’incontro.
Ovviamente al suo interno è incluso lo spazio e il tempo per l’intervento specifico, attivo e “tecnico” del terapeuta, che può variare in base al suo orientamento e che solitamente si conclude con una verifica e valutazione della seduta e dei risultati ottenuti.
In base a questi, si potrà decidere insieme se l’incontro è stato sufficiente ad affrontare adeguatamente la questione posta dalla persona, oppure se ci si vorrà rivedere altre volte e proseguire il lavoro: si dice infatti che “solo al termine della seduta si può sapere se è stata o meno una TSS“.
In ogni caso, dopo qualche settimana, ci si sentirà per un follow up con l’intenzione di valutare i cambiamenti avvenuti e decidere di conseguenza il da farsi.
Cosa NON è la Terapia a Seduta Singola
Una volta tornato al lavoro e praticando fin da subito le prime TSS, ho sciolto ormai definitivamente quelli che erano i miei dubbi iniziali sulla sua efficacia e sul senso di questo intervento, mentre nel frattempo ho compreso anche meglio cosa invece NON è la Terapia a Seduta Singola:
- NON è una iper-semplificazione della terapia
Uno dei primi pensieri che può saltare alla mente leggendo anche semplicemente il suo nome è che ci possa trovare di fronte ad una “diluizione” della terapia, ridotta semplicemente a interventi superficiali: tutt’altro.
Innanzitutto lo specifico orientamento del terapeuta è pienamente rispettato, mentre ciò che viene in particolare ottimizzato è il tempo, e il focus specifico che si vuole dare all’intervento. Nulla a che fare quindi con il “fare di meno” né tantomeno con il fare “peggio”, ma esattamente il contrario: data la specifica intenzione, si lavora con la massima chiarezza insieme al cliente per trarre il massimo da quell’incontro. - NON è l’ennesima trovata di marketing
Ammettiamolo: con ritmo variabile ma costante escono continuamente – in tutti i settori – “novità” che nel migliore dei casi si risolvono nella proverbiale montagna che ha partorito un topolino o in un nuovo “packaging” per qualcosa in realtà di già visto. In questo caso, invece, la TSS presenta a livello internazionale una storia ormai trentennale, un accumulo di dati a sostegno veramente importante ed una struttura “aperta” adattabile alla maggior parte degli orientamenti terapeutici che può renderla una metodologia con una potenzialità di impatto sociale positivo veramente alta. - NON è per forza costituita da una sola e unica sessione (anche se ciò può avvenire spesso)
Nonostante il focus preciso e la definizione di un obiettivo concordato mirino al risultato in un’unica seduta, la TSS ovviamente è un approccio alla terapia “umano”, oltre che efficace, e con questo intendo che include chiaramente la possibilità che ciò che emerge nell’incontro possa nei fatti non essere sufficiente rispetto ai bisogni della persona o, in alternativa, a nuove esigenze e consapevolezze emerse nella seduta.
Ciò si esprime nel principio già indicato secondo cui “potremo sapere se si tratta di una Terapia a Seduta Singola solo alla fine” mentre al contempo si traduce comunque nella pratica con l’ottimizzazione di ogni singolo incontro che, nel caso e secondo il bisogno, può per l’appunto essere seguito anche da altri. - NON è un approccio freddo e iper-tecnico (tutt’altro)
.
Questo punto per me è stato davvero una piacevole scoperta: sinceramente mi aspettavo che la TSS fosse una sorta di protocollo estremamente e dettagliatamente tecnico, progettato per trarre il massimo in ogni suo passaggio, quasi fosse un frullatore iper-tecnologico che comprimesse ogni singola fase, momento e processo per estrarne un succo concentrato ed essenziale, ma anche un po’ dis-umanizzato.
Beh, avevo ragione solo in minima parte: pur trattandosi effettivamente di una struttura che mira ad ottimizzare tutto il tempo a disposizione, di fatto per trarre realmente il massimo dall’incontro mi sono trovato a sperimentare in realtà un più intenso coinvolgimento terapeutico in termini di attenzione, presenza, “cura” e concentrazione (e non che mi mancasse prima, anzi).
Gli aspetti evocati e attivati dalla Terapia a Seduta Singola includono quindi, per quanto mi riguarda, sia quelli che si potrebbe definire di natura più “fredda” e tecnico-operativa orientata all’efficacia massimizzata, sia quelli di qualità più “calda” e sintonico-relazionale come, del resto, era logico che fosse: l’impatto e i risultati di un intervento, infatti, sono dovuti proprio ad un insieme di variabili, di cui la qualità del rapport terapeutico è uno dei più importanti.
Come può essere utile
Indubbiamente questo nuovo approccio può dimostrarsi estremamente utile in diversi contesti e situazioni, in particolare quando per esigenze individuali o strutturali il fattore tempo e risorse disponibili è cruciale, ad esempio:
- a chi vuole risolvere un problema specifico o fare un passo importante ed è seriamente disposto a non girare in tondo o “camminare sulle uova”
- nei contesti pubblici, per via dell’evidente abbattimento dei costi
- nelle condizioni di emergenza (come ad esempio nei confronti di alluvionati, terremotati, migranti, ecc.) e in generale in tutte quelle in cui è c’è poco tempo per intervenire
- nelle situazioni in cui per qualsiasi ragione ci si potrà incontrare una sola volta o non si sa quando ci si potrà incontrare di nuovo
In generale, comunque, anche quando fosse necessario per qualsiasi motivo un percorso più lungo, la Terapia a Seduta Singola è una metodologia che promette concretamente di potenziare gli effetti e i risultati ottenibili in ogni singolo incontro disponibile: in un certo senso è come riuscire ad ottimizzare la “dimensione verticale” di tutte le sessioni anche quando si connettono in un percorso “orizzontale” più continuativo nel tempo.
Tecniche Speciali SuperSegrete
Ma come…in tutto questo niente su tecniche, strumenti, strategie…trucchi magici?
Beh…sì e no.
Le tecniche e gli approcci terapeutici, in realtà, pur facendo parte del processo, non sono assolutamente l’aspetto più saliente: addirittura dai dati risulta che relativamente al successo dell’intervento si attestino per importanza intorno al 15% e, inoltre, non sembra esserci una particolare differenza tra diversi modelli in termini di efficacia.
Questo non significa assolutamente però che l’apprendimento di un modello di intervento terapeutico non sia rilevante per lo psicologo (o medico) specializzato, tutt’altro: il punto è che all’interno di questo modello il terapeuta si è formato ed anche grazie ad esso è diventato in grado sia di intervenire operativamente su determinate situazioni / contesti / problematiche / obiettivi, sia di potenziare direttamente e indirettamente anche tutti gli altri fattori comuni e non specifici coinvolti nella terapia e nella consulenza psicologica come ad esempio la capacità di stabilire una forte relazione terapeutica e quella di individuare le risorse interne ed esterne del paziente utili al processo di cambiamento.
Un futuro promettente
Il mondo è cambiato. Ad essere precisi in realtà lo ha sempre fatto, ma negli ultimi anni la percezione che abbiamo del cambiamento è più forte, chiara e netta, probabilmente a causa della sua velocità e della contemporanea presenza di internet e della tecnologia diffusa che spinge ad continue interazioni dinamiche, stimolazioni e coinvolgimenti: oggi si sente di avere poco tempo, poche risorse, e frequentemente anche bisogno di risposte efficaci e veloci.
Ciò non significa per forza che questa percezione diffusa sia salutare ed equilibrata, ma indubbiamente richiede una risposta pronta e adeguata alle necessità implicite ed esplicite che esprime: la Terapia a Seduta Singola, adattabile a diversi orientamenti e approcci, promette di conservare la ricchezza e l’importanza fondamentale del cambiamento attraverso la psicoterapia riducendo i tempi, aggiungendo focalizzazione ed efficacia e, in questo modo, probabilmente anche incrementando la fiducia e la qualità del rapporto tra cliente e terapeuta.
Come per tutto il resto, anche in terapia, nel coaching o nella consulenza psicologica Il tempo che abbiamo può essere molto o poco, ma ciò che è assolutamente più importante della sua quantità è il modo in cui riusciamo a viverlo e impiegarlo.
La cattiva notizia è che il tempo vola.
La buona notizia è che tu sei il pilota.
(Michael Althsuler)